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GIORGIO MIMINI - Nato il 24 novembre 1988 a Montichiari (BS), residente a Calcinato (BS). Istruttore e Personal Trainer presso centro Fitness Hellofit, Brescia Est

Giorgio Mimini

Giorgio Mimini nato a Montichiari (Bs) il 24/11/1988, si diploma nell’anno 2008 con titolo di perito elettronico. dopo una breve esperienza lavorativa di 3 anni nel 2010 decide di iscriversi al corso di laurea di scienze motorie tenuto presso l’Università degli Studi Brescia. Nel corso degli studi accademici inizia a lavorare come personal trainer presso la palestra Hello Fit di Brescia. Durante il secondo anno di corso si certifica presso la federazione italiana pesistica con diploma di Allenatore e istruttore di Sollevamento pesi. All’inizio del 2012 partecipa al corso di formazione organizzato dalla International Sport Science Association diplomandosi come personal trainer. Nei mesi successivi ottiene la certificazione di massaggiatore rilasciata dall’ASD cultura e benessere così come quella di istruttore di powerlifting rilasciata dalla Federazione Italiana Power Lifting. Nel 2013 diventa tecnico pancafit posturalmed di quarto livello specializzandosi l’anno successivo nel trattamento dell’arto superiore. A marzo del 2014 inizia a lavorare presso la palestra HelloFit di Rezzato (Bs) dove attualmente pratica la professione di personal trainer. Nel mese di maggio 2014 partecipa ad un corso di alta specializzazione a numero chiuso per la pratica del personal training presso il centro Individual Training con sede a Bergamo.






Per informazioni sui servizi di Personal Trainig, schede di allenamento, consigli alimentari e analisi composizione corporea, per tutta Brescia e provincia contattatemi:
Tel: 3384993712
E-mail: info@giorgiomimini.com

Per:
Trattamento specifico della cellulite
Trattamento rughe
Test chinesiologico per intolleranze alimentari
Trattamento dolori articolari e muscolari
mi avvalgo della collaborazione di medici specialisti

27 novembre 2014

IL MASSAGGIO

IL MASSAGGIO: RISCOPRIAMO INSIEME IL FASCINO E IL BENEFICIO DI
UNA METODICA CHE VIENE DA LONTANO:

Il massaggio è una delle tecniche terapeutiche più antiche che deriva direttamente dall’uso arcaico del tocco come strumento primordiale di trattamento del dolore e delle ferite. Tale metodica era infatti utilizzata già molti anni or sono, tanto che le primetestimonianze risalgono addirittura ad alcune incisioni rupestri europee di circa 15.000 anni prima della nascita di Cristo.Proseguendo negli anni possiamo trovare numerosi altri riferimenti alle proprietà bene che di questa ancestrale terapia manualepraticamente in ogni luogo e tempo. Il massaggio è infatti presente non solo nella cultura persiana, egiziana e giapponese ma anche in molte civiltà oltreoceano come quella Maya e Inca, dove veniva utilizzato come strumento per la cura di diverse patologie, anche a completamento di alcune cerimonie religiose. Nella cultura greca, invece, Ippocrate, considerato oggi il padre della medicina moderna per averla liberata dalla magia e dalla fi losofi a e per aver raccolto le conoscenze mediche del passato nel Corpus Ipportaicum, valorizzò l’uso del massaggio nei suoi scritti, consigliandolo in associazione all’aria fresca, a alimenti salutari, ai bagni, alla musica, al riposo e a visite agli amici come rimedio per la cura di molte malattie. Anche Omero, in ne,cita questa metodica nell’Odissea con due diverse fi nalità: una legata alla preparazione dei soldati antecedente al confl itto e l’altra volta a trattare i reduci dai traumi bellici. Nell’antica Roma, e soprattutto in ambiente termale, il massaggio era una pratica molto nota e di usa; lo stesso imperatore Giulio Cesare ne fece ampiamente uso come tecnica di rilassamento e strategia lenitiva. Precisi riferimenti ai bene ci del questa terapia manuale sono presenti poi negli scritti di Galeno e di Plinio il Vecchio; quest’ultimo, infatti, racconta in una lettera all’imperatore come la sua vita fu salvata da un medico grazie ad una pratica massoterapica. Con la caduta dell’Impero romano e più precisamente nel Medioevo, il massaggio fu poi progressivamente abbandonato, in quanto considerato pratica peccaminosa e indecente. Si deve quindi attendere il Rinascimento e il XVI secolo per riscoprirne i ben e ciche attraverso il tempo sono arrivati  no ai giorni nostri.  Nella società moderna il massaggio sta vivendo un nuovo momento di rinascita, grazie a un forte bisogno di riscoperta dei valori naturali dell’uomo e a forti situazioni di stress a cui le più disparate situazioni di vita famigliare o lavorativa ci sottopongono quotidianamente. Tale metodica è infatti in grado di apportate bene ci sia sici in termini di riduzione delle tensioni muscolari e miglioramento del microcircolo sia psichici conseguentementeall’induzione del rilassamento. Tali e etti possono essere amplifi cati se l’ambiente è silenzioso, confortevole e coreografi co, e quindi caratterizzato da oggetti tipici, musiche di sottofondo e aromi particolari. Fondamentale sarà poi il contatto che si instaurerà con il massaggiatore e il suo ricorso a quattro manualità fondamentali : lo sfi oramento, la frizione , l’impastamentoe la percussione. La parola massaggio deriva infatti dall’arabo mass o mash (frizionare, premere) e racchiude in sé la capacitàdell’operatore di variare manualità, velocità di movimento e pressione a seconda dell’obiettivo proposto e delle diff erenti fasi del trattamento. Entrando più nel dettaglio, lo sfi oramento, eseguito col palmo delle mani e costituito da movimenti lenti e leggeri, ha la finalità di instaurare un primo contatto psicofi sico con l’utente, richiamando sangue nelle regioni trattate e allentando le tensioni muscolari più superfi ciali. Segue poi la frizione, costituita da una manualità lenta, lineare e trasversale rispetto  ai muscoli da trattare, più energica e profonda della precedente, con lo scopo di elasticizzare i tessuti e di promuovere il ritorno venoso e linfatico. Il successivo impastamento, eff ettuato a due mani che operano alternativamente e prevalentemente nelle regioni cutanee dove le masse muscolari sono più abbordanti come braccia, lombi, glutei e cosce, è caratterizzato invece da movimenti vigorosi e in grado di lavorare gli strati muscolari più profondi allentando le loro tensioni muscolari e promuovendoulteriormente il ritorno vascolare. In ne, la percussione, basata su una serie di colpi a ritmo diff erente, ha una fi nalità soprattutto stimolante in grado di incrementare l’affl usso di sangue verso i tessuti trattati e promuovere la ripresa del tono muscolare.A seconda delle diverse tecniche utilizzate e dell’obiettivo particolare del trattamento, si distinguono poi moltissime tipologie di massaggio. Tra le principali troviamo, il massaggio rilassante che si pone come scopo primario il rilassamento della personae l’attenuazione delle tensioni globali dell’individuo; quello miofasciale che non lavora tanto sui muscoli ma sul connettivo di rivestimenti al ne di alleviare le aderenze che si creano tra i tessuti e facilitare lo scorrimento tra le fasce e le strutture muscolari rendendo più sciolto e armonico il movimento; quello sportivo che può essere utilizzato sia in fase pre-gara con fi nalitàpreparatoria e di riscaldamento sia un fase post-gara con lo scopo di facilitare il rilassamento e il defaticamento, o di ridurre eventuali contratture muscolari; quello riabilitativo che, soprattutto se proposto in associazione al altri trattamenti fi sioterapici come la cinesiterapia e lo stretching, tende sia a migliorare l’elasticità tissutale loco regionale sia a promuovere il rinnovo fisiologico delle strutture anatomiche magari dopo un trauma o un trattamento ortopedico, con conseguente recupero più rapidodella funzione; in ne quello linfatico, che come dice il nome stesso agisce principalmente sul sistema linfatico, favorendo il drenaggio dei liquidi interstiziali e la riduzione di edemi locali.

Scritto da
Dott. Giorgio Mimini
Massaggiatore e personal trainer

per la rivista online Kinesismed

2 settembre 2013

Obesità e adolescenza

L'obesità è uno dei problemi più diffusi attualmente nella società, viene definita come il peso che eccede di oltre il 20% il llivello desiderabile per una data età, sesso e costituzione ossea o come un eccesso di tessuto adiposo che aumenta i fattori di rischio per la salute minando quindi alla qualità della vita.
Senza analizzare nel dettaglio tutte le problematiche che ne derivano (ipertensione, ipercolesterolemia,diabete mellito, CHD ,malattie ostruttive cardiovascolari e polmonari , alcune forme di tumore) mi interessa sottolineare una sostanziale differenza che emerge quandosi parla di eccesso di tessuto adiposo.
Vi sono due tipi di obesità: l'iperplastica e l'ipertrofica.
Si ipotizza che il numero totale di cellule adipose che un individuo possiede in età adulta è determinato durante gli anni della crescita.
Il numero di queste cellule aumenta rapidamente durante il primo anno di vita ed ancora nel corso della pubertà per poi rimanere pressoche invariato nel corsi dell'età adulta.
L'obesità iperplastica quindi sta a indicare un numero anormale di cellule adipose, ovviamente in eccesso rispetto alla quantità fisiologica, questo potenziale di obesità può essere stabilito durante l'ultima fase dell'adolescenza.
L'obesità ipertrofica di contro è associata all'aumento del volume degli adipociti esistenti, in genere intorno al 40% al di sopra del normale quantitativo.
La dieta e l'esercizio fisico sono fondamentali per quanto riguarda la riduzione del volume degli adipociti ma non per quanto riguarda il loro numero.
Un punto chiave per prevenire l'obesità potrebbe essere quello di monitorare l'introito calorico assunto e la qualità delle calorie stesse, nonchè il dispendio calorico giornaliero nell'arco della crescità puberale e adolescenziale.
Questo potrebbe ritardare potenzialmente lo sviluppo di nuovi adipociti e il controllo del volume delle cellule grasse gia presenti.

25 giugno 2013

Cioccolato si? cioccolato no?

Il cioccolato, al quale tutti noi siamo abituati, un tempo, col nome " xocoatl " veniva venerato e considerato bevanda degli dei dall'antico popolo degli Aztechi, questo perchè essi erano riusciti a comprendere le innumerevoli virtù dei semi del cacao, che appunto veniva e viene tuttora utilizzato per la preparazione del cioccolato.
Purtroppo nei giorni nostri questa delizia perde molto della sua originaria composizione, per via del sapore amore si iniziò ad aggiungervi zucchero, escludendo fra l'altro l'uso di spezie , soprattutto il peperoncino.
Perchè il cioccolato fa bene?

Basti pensare che esso deriva da un seme capace (se piantato) di dare origine a una nuova forma di vita.
I semi di cacao sono ricchissimi di grassi, in maggioranza rappresentati dall'acido oleico, lo stesso dell'olio d'oliva, un grasso monoinsaturo da preferire ai lipidi animali contenuti in burro, strutto o ai grassi idrogenati ben più dannosi caratteristici dei cibi spazzatura.
Il vero tesoro di questo alimento , comunque, è la sua grande ricchezza in polifenoli, un uso regolare di cioccolato (60g al giorno con il 70% di cacao) aumenta notevolmente la capacità antiossidante del sangue.

Non è trascurabile anche la presenza di minerali come magnesio e potassio, proantocianidine e tannini.
Il cioccolato può diventare un arma a vostro favore quindi , preferito a dolci ricchi di zuccheri e oli vegetali che possono favorire l'insorgenza di placche ateromatose.
E' molto importante ricordare che anche frutta e verdura contengono antiossidanti , ma questi ultimi lavorano in sinergia tra di essi e perciò bisogna garantire al nostro organismo la più possibile vastità e varietà di alimenti che li contengono per far si che essi ci aiutano per raggiungere la forma migliore, esterna ed interna.


10 settembre 2012

Attiva il tuo metabolismo

Molte persone non riescono a perdere peso in maniera efficace e duratura a causa di un approccio alimentare sbagliato ed alla mancanza di un allenamento ben strutturato.

Il primo errore grave che si riscontra in questi casi è appunto la perdita di peso.

L'obiettivo di una dieta o di un buon programma di allenamento non è esclusivamente quello di provocare un calo del peso corporeo ma dev'essere quello di abbassare la percentuale della massa grassa attuale.

A causa di regimi alimentari ipercalorici si rischia molte volte di apportare una riduzione alla massa muscolare invece che alla massa grassa e ne consegue un alterazione errata del peso corporeo.

Bisogna sempre ricordare che la massa muscolare è un tessuto attivo e come tale consuma calore (Kcal) innalzando il metabolismo corporeo.

Un altra strategia scorretta è quella di ricercare una perdita di peso in tempi troppo brevi , questo provoca una ulteriore riduzione del metabolismo corporeo perchè l'organismo si porta ad una condizione di difesa mantenendo il grasso e peggio ancora di digiuno se l'apporto calorico assunto è troppo ridotto.

Da ciò ne derivano anche scompensi pericolosi negli organi interni, che necessitano di tempi utili di adattamento.

L'OMS (organizzazione mondiale della sanità) consiglia una riduzione annua del proprio peso nell'ordine del 12% circa.

In conclusione, posso affermare che una delle cose più sottovalutate ma più importanti per perdere grasso corporeo è preservare la massa muscolare in quanto può essere definita come la nostra centrale termica e non abbassare troppo l'introito calorico giornaliero in quanto anche gli alimenti sono in grado di stimolare il metabolismo (termogenesi indotta dagli alimenti, TID).

Ogni piano alimentare deve però essere affiancato da un programma di allenamento adeguato che comprenda sia un lavoro aereobico ma soprattutto un lavoro con i pesi, i quali consentono di mantenere o aumentare la massa muscolare e di stimolare il consumo di ossigeno post esercizio , il che significa un ulteriore scossa al metabolismo.

16 agosto 2012

Quale esercizio scegliere

Una delle domande che sento più frequentemente in palestra riguarda la scelta dell'esercizio da eseguire per un determinato muscolo, quando esistono una miriade di possibilità, manubri, macchinari, corpo libero e altro ancora.
Una domanda che nasce spontanea ovviamente ma che non ha una risposta assoluta.
Infatti ci sono molteplici fattori che possono influenzare la scelta di un certo esercizio a discapito di un altro.
I più importanti tra essi sono : l'obiettivo del training, le caratteristiche genetiche dell'individuo, il dover introdurre variazioni attraverso la differenziazione dei movimenti per ottenere un riscontro positivo all'allenamento e poi possono esserci scelte obbligate, legate a infortuni passati, traumi presenti tutt'ora e altro.
Tralasciando tutti questi aspetti che possono motivare la scelta dell'esercizio e sono di carattere specifico, ce n'è uno di natura generale che non va mai dimenticato e riguarda la biomeccanica muscolare.
Sembra una cosa ovvia, un muscolo va allenato secondo la sua "natura" , rispettando la sua origine e inserzione, la sua funzione va mantenuta all'interno di una seduta di allenamento e quindi se codesto muscolo adduce e intraruota qualche cosa, lo deve fare sempre se l'obiettivo è far si che riceva più stress possibile dall'esercizio.
Purtroppo questi accorgimenti vengono persi, molto spesso, alla domanda : perchè stai facendo questo esercizio e come mai lo stai facendo cosi? molte volte la risposta è : me l'ha detto quello grosso, oppure : l'ho sempre fatto cosi.
Provate invece da ora in poi a chiedervi o chiedere a qualcuno se l'esercizio che state eseguendo rispecchia la funzionalità di quel muscolo e mette le strutture articolari interessate in sicurezza.
Purtroppo vi sono molti esercizi e molti macchinari che non rispettano queste credenziali e qui acquisisce importanza l'istruttore o il personal trainer preparato che in quanto tale vi saprà guidare in tutta sicurezza nella pianificazione dell'allenamento e nella scelta dell'esercizio..

10 agosto 2012

I 7 principi dell'alimentazione sportiva

Vi elenco 7 linee guida generali che sono state proposte dal Dr. Michael Colgan.
Sono soltanto delle considerazioni che non entrano nello specifico ma possono essere utili per migliorare la propria educazione alimentare.

1°. Realizzate la vostra dieta in modo tale da introdurre nel vostro corpo solo quegli elementi nutritivi con cui  gli esseri viventi si sono evoluti.
2°. Gli elementi nutritivi lavorano solo in modo sinergico, cercate di assicurarvi ogni giorno una miscela completa e proporzionata di essi.
3°. Eliminate tutte tutte le sostanze chimiche inventate dall'uomo.
4°. Gli effetti dell'alimentazione devono aspettare le dinamiche fisiologiche. Cercate di formulare un giusto piano alimentare e di allenamento, organizzate il vostro stile di vita e mantenetelo almeno per 2 anni.
5°. Soddisfare l'individualità genetica e le richieste che necessita il tipo di sport praticato.
6°. Rispettate sempre la piramide alimentare per gli atleti.
 
7°. Attenetevi ad uno stile alimentare che preveda cibi a basso indice glicemico.

12 luglio 2012

L'impiego degli esercizi del Weightlifting nella preparazione atletica


Diverse ricerche hanno ormai dimostrato come gli esercizi del weightlifting, ovvero strappo e slancio, siano efficaci nel migliorare le prestazioni di forza veloce ed esplosiva.
Già in tempi lontani si è visto come gli atleti di sollevamento pesi ottenessero risultati esaltanti nei test di salto, sprint e spinta. Diversi studi comparativi hanno evidenziato come nei test di salto verticale i risultati dei pesisti siano migliori di quelli di velocisti, powerlifter ed atleti di forza di discipline diverse [Stone et al, McBride et al].
I risultati di questi test sono spiegati dal fatto che i pesisti sono dotati di elevata accelerazione della forza (forza esplosiva), ossia capacità di sviluppare alti gradienti di forza in tempi brevi.

Questa maggiore capacità è sicuramente data dall'esecuzione metodica degli esercizi di gara di strappo e slancio, visto che gli altri esercizi di preparazione - come squat e stacchi - sono eseguiti di routine anche dagli atleti delle altre discipline di forza. Questi esercizi specifici presentano il vantaggio che possono essere eseguiti solo in modo esplosivo, costringendo l'atleta a sviluppare elevate accelerazioni della propria forza. Tali accelerazioni permettono all'atleta di migliorare nei salti e negli scatti da fermo. Inoltre, il repentino cambio di direzione che l'atleta deve compiere nella discesa sotto il bilanciere durante la fase di accosciata allena ottimamente la reattività e la coordinazione, anch'esse indispensabili per atleti di ogni disciplina.
L'accelerazione alla forza o forza esplosiva, allenata con strappi e slanci, è una delle componenti fondamentali della condizione atletica di svariate discipline sportive, come tutti gli sport di squadra e tutti gli sport da ring, senza considerare le implicazioni che ha in numerose discipline dell'atletica leggera come nei salti, nei lanci e nelle prove di velocità.
Queste implicazioni rendono indispensabili questi esercizi nella preparazione atletica di calciatori, rugbisti, giocatori di basket e pallavolisti, oltre ovviamente a tutti coloro che si cimentano in sport da ring. Ovviamente, ognuna di queste discipline deve utilizzare questi esercizi in modo differente, tenendo in considerazione la tipologia e la durata dei gesti tecnici caratteristici della disciplina stessa.
Vediamo più nel dettaglio le differenze che esistono tra le lo strappo e lo slancio e come vengono eseguiti.



Differenze tra strappo e slancio
La differenza sostanziale tra i due sta nel fatto che nello strappo il bilanciere viene sollevato da terra fino al di sopra della testa senza soluzione di continuità, con un movimento preciso e veloce; lo slancio invece viene suddiviso in due parti e presenta quindi un interruzione all'interno della catena del movimento,si compone quindi di una portata al petto o girata , che consiste nel sollevare la sbarra fino a sopra le spalle e successivamente, la spinta finale, con la quale il bilanciere viene portato sopra la testa con le braccia distese.
Lo strappo e lo slancio compongono perciò gli esercizi di gara del sollevamento pesi, ma esistono molti altri esercizi che prevedono l'utilizzo del bilanciere che vengono utilizzati in maniera specifica nella preparazione atletica.
Strappo
Lo strappo come abbiamo gia detto prevede una portata senza interruzione del bilanciere da terra fin sopra la testa, esso si compone di quattro periodi che comprendono due fasi ciascuno.
1° periodo: Periodo dello stacco, comprende fase- preparatoria e fase di stacco
2° periodo: Periodo della tirata, comprende fase di caricamente e fase di tirata
3° periodo : Periodo dell'incastro, comprende fase aerea e fase d'incastro
4° periodo : Periodo conclusivo, comprede fase di risalita e fase conclusiva.







Questa sono i canoni che vengono rispettati per l'esecuzione del gesto in gara, ma in ambito di preparazione atletica possiamo avvalerci come gia accennato di quello che è utile ai fini prestativi dello sport in cui si va a lavorare.
Possiamo per esempio eseguire uno strappo da sospensione alta, ovvero partendo da sopra la coscia, da sospensione bassa, cioè da sopra il ginocchio e sopensione media, questi esercizi sono utili nel caso in cui uno sport non preveda movimenti in accosciata completa ma solo posizioni di mezzo squat o quarti di squat., quindi si decide l'angolo di partenza degli arti inferiori e si può modificare l'angolo di accosciata nella fase d'incastro, sempre per rispettare le esigenze dell'atleta.



Slancio
Nell'esercizio di slancio, le fasi sono simili a quelle dello strappo per quanto riguarda la portata al petto, differisce nel fatto che il bilanciere dopo la tirata, rimane bloccato sulle spalle ed è suddivisa in tre periodi e otto fasi.
La spinta invece è composta di due periodi e sette fasi.
Fase 1 : Caricamento
Fase 2 : Spinta
Fase 3 : Aerea
Fase 4 : Incastro
Fase 5 : Spostamento del piede anteriore
Fase 6 : Spostamento del piede posteriore
Fase 7 : Controllo dell'equilibrio.










Come per lo strappo, anche nello slancio possiamo trovare una varietà di esercizi ausiliari che possono essere utili rispettando le esigenze specifiche di un atleta.
Possiamo eseguire in separata sede la parte della girata e la parte dello slancio, come due esercizi diversi.
Si può effettuare una girata completa, oppure in semipiegata variando sempre l'angolo articolare di partenza e arrivando sempre in accosciata completa o meno.
La spinta può venire effettuata in divaricata sagittale o frontale , possiamo variare le posizioni di partenza del bilanciere, se davanti o dietro il collo e anche il passo delle mani.







Vediamo ora qualche breve descrizione di come potrebbero essere utilizzati gli esercizi del sollevamento pesi in alcuni sport









Pallavolo  

Il pallavolista necessita di sviluppare al massimo l'elevazione. In questo sport è fondamentale saltare più in alto possibile per un numero di salti consecutivi limitato, dato che un'azione nel volley dura pochi secondi e ad ogni salto (muro o schiacciata) seguono secondi di gioco in cui non è richiesta esplosività (ricezione ed alzata). L'impiego degli esercizi olimpici deve quindi essere finalizzato a sviluppare forza esplosiva massima per aumentare al massimo l'elevazione; pertanto, è indicato usare carichi massimali e sub massimali negli esercizi di squat, strappo e slancio.

Sport da ring

Chi sale sul ring ha necessità di avere gradi elevati di forza esplosiva per colpire l'avversario per un periodo della durata di una ripresa, che varia dai 2 ai 5 minuti a seconda della disciplina. Pertanto, gli esercizi olimpici devono essere svolti principalmente con carichi moderati ed a velocità di esecuzione elevata, con un numero alto di ripetizioni, utilizzando anche circuit training e time working, per allenare resistenza alla forza esplosiva e forza veloce. Il colpo sferrato all'avversario, per essere efficace, presenta velocità elevatissime che non si realizzano utilizzando carichi sub massimali; quindi, per adattare meglio la preparazione atletica alle esigenze tecniche, è opportuno lavorare a carichi ridotti, privilegiando così la velocità.  In questo caso, meglio si presta lo slancio in stazione eretta e la semplice portata al petto in stazione eretta (power clean), anche lo strappo in accosciata è un esercizio efficace per sviluppare velocità e reattività utili all'atleta del ring.

Calcio

Particolarmente importante per i calciatori risulta la forza esplosiva non solo per scattare, ma anche per resistere ai contrasti con gli avversari. Le azioni del calcio generalmente si presentano di durata modesta e pertanto gli esercizi olimpici vanno eseguiti con carichi sub massimali e con carichi più moderati con numero basso e medio di ripetizioni, per allenare forza massima, velocità e stabilità sulle ginocchia. Anche in questo caso gli esercizi che meglio si prestano - in quanto si adattano più fedelmente alla gestualità tecnica del calciatore - sono lo slancio in stazione eretta, i mezzi squat e la portata al petto.

Rugby

Il rugbista deve avere resistenza alla forza esplosiva per il susseguirsi di azioni di gioco caratterizzate dall'elevato contatto con l'avversario. In questo sport la capacità di superare gli avversari è dettata dalla velocità e dalle capacità di accelerazione e di resistere ai contrasti. Queste qualità fisiche sono allenabili tramite gli esercizi olimpici, utilizzando sia i movimenti completi di strappo e slancio che i propedeutici con power clean, power snatch, stacchi esplosivi ecc., utilizzando sia carichi massimali con basso numero di ripetizioni, che medi a maggior numero di ripetizioni.

Basket

Il basket è uno sport ad impegno misto, quindi gli esercizi olimpici devono essere utilizzati per migliorare l'elevazione - lavorando con carichi sub massimali e massimali e basso numero di ripetizioni - e la resistenza alla forza veloce, lavorando con basso carico ed alto numero di ripetizioni. Il lavoro dev'essere sviluppato sia con movimenti completi che con i propedeutici, come lo strappo, la spinta e la girata, per migliorare la reattività da fermo e la velocità.




Bodybuilding



Ho inserito il bodybuilding volutamente anche se non è una disciplina che necessità di forza veloce e coordinazione come negli altri sport.
Ritengo però che alcune varianti degli esericizi olimpici inserite in alcuni momenti della preparazione annuale potrebbero causare degli adattamenti positivi anche in questi atleti.
Questo avviene in risposta agli adattamenti neurologici che si possono innescare nella pratica di esercizi esplosivi e con alti carichi.



Gli atleti, e più in generale tutti gli sportivi praticanti, devono svolgere allenamenti in grado di migliorare le componenti atletiche necessarie a sviluppare la massima resa nelle competizioni.
Molte volte, viene data maggiore importanza ad esercizi che secondo me si possono definire “facoltativi” e vengono invece trascurati quelli fondamentali, utili al raggiungimento dell'obiettivo, forse accade perchè i fini della preparazione fisica vengono a mancare di importanza oppure di tanto in tanto vengono malinterpretati.
La cosa più importante è ricordare qual'è lo scopo dell'allenamento e a chi si propone, senza tralasciare la tecnica esecutiva che fa parte di quelle piccole cose che rischiano di volatilizzarsi durante il percorso sportivo trascinando dietro di se il raggiungimento degli obiettivi preposti.